Ti ho anticipato l’argomento di oggi nella scorsa newsletter, dove accennavo alla medaglia che riceveranno i finisher della maratona di Atene 2024. L’ho già detto in ogni dove ma lo ripeto: a me la medaglia di quest’anno sembra bellissima. La decora un rametto d’ulivo ed è del suo significato, ieri e oggi, che ti racconto in questa puntata.
Nell’antichità si usava incoronare il vincitore dei giochi olimpici con una corona di rami d’ulivo chiamata κότινος, kotinos. L’ulivo da cui provenivano i rami per la corona cresceva vicino il tempio di Zeus a Olimpia. A tagliare i rami doveva essere un giovinetto con i genitori entrambi viventi, usando forbici d’oro. Dopo averli tagliati doveva portarli al tempio di Hera e poggiarli su un ripiano d’avorio dorato. Di intrecciare le corone per i vincitori si sarebbero occupati gli Ἑλλανοδίκαι, i giudici che vigilavano sulla regolarità delle gare e incoronavano poi i vincitori.
Ma come si giunse a usare l’ulivo per fare la corona della gloria? Fu Ifito re dell’Elide a introdurre la corona d’ulivo su suggerimento dell’oracolo di Delfi. Pausania riferisce che il kotinos fu usato per la prima volta nel 752 a.C. per i sesti giochi olimpici. Fino a quel momento il premio era… una mela. Oggi invece a fine gara ti danno una banana!
La mitologia racconta un’altra storia sostenendo che la corona d’ulivo fu usata per la prima volta da Eracle per incoronare il vincitore di una corsa, in tempi ben più remoti. Si dice sia stato proprio lui a piantare l’albero di Olimpia in onore del padre Zeus.
Erodoto racconta una storiella legata alla corona d’ulivo. Si era ai tempi delle battaglie contro i persiani e precisamente nel 480 a.C., subito dopo la battaglia delle Termopili nella quale i persiani, dopo la sconfitta a Maratona del 490 a.C., avevano cercato la loro rivincita. Sì, la battaglia delle Termopili è proprio quella famosa di Leonida e degli spartani che urlarono a Serse in segno di sfida μολὼν λαβέ. Molon labe significa vieni a prenderle. Il re persiano aveva infatti chiesto la resa con la consegna delle armi. Erodoto riporta che Serse chiese agli Arcadi come mai alle Termopoli l’esercito greco fosse così esiguo (i 300 spartani che soli trattennero l’esercito sterminato di Serse sono diventati leggendari). Gli risposero che “tutti gli altri uomini stanno partecipando alle olimpiadi”. Serse incredulo chiese cosa mai si vincesse a queste olimpiadi per indurre gli uomini a preferire una competizione sportiva alla guerra. “Una corona d’ulivo” si sentì rispondere. Un generale presente a quel punto avrebbe detto al suo re “ah, contro quali uomini ci hai portato a combattere, essi non combattono per denaro ma per virtù.”
Le olimpiadi non erano gli unici giochi panellenici e ciascuna occasione aveva la sua pianta. Se ai giochi olimpici i vincitori ricevevano la corona d’ulivo, ai giochi pitici (a Delfi) ci si guadagnava una corona d’alloro, a quelli istmici (a Corinto) una corona di appio selvatico.
Per riprendere la tradizione antica del kotinos, durante le prime olimpiadi moderne del 1896 il vincitore della maratona Spyros Louis fu incoronato con rami d’ulivo. Anche durante le olimpiadi di Atene del 2004 i vincitori hanno ricevuto una corona d’ulivo insieme alle medaglie.
Tuttora, durante la maratona annuale, le persone che assistono alla gara lungo la strada usano regalare ai corridori un rametto d’ulivo come buon augurio. Spero tanto di riceverne uno anche io! Così come spero di riuscire a chiudere la gara per avere l’agognata medaglia. Già la desideravo con ardore prima di vederla, ora che so che c’è sopra il ramo d’ulivo la voglio ancora di più.
Ad Atene poi l’ulivo ha un significato particolare perché secondo la tradizione fu la dea Atena a donare la pianta alla città vincendo la contesa con lo zio Poseidone per diventare la divinità protettrice di Atene e dell’Attica. Il dio del mare, colpendo il suolo con il suo tridente, aveva fatto sgorgare una sorgente d’acqua (secondo altre versioni un cavallo) mentre Atena dal tocco della sua lancia aveva fatto crescere un ulivo. Gli ateniesi ritennero più utile un albero che fruttifica e cresce per secoli anziché una pozza d’acqua salmastra.
La medaglia 2024 riporta un rametto di ulivo selvatico disegnato dall’artista Kostas Tsoklis che ha partecipato in prima persona alla presentazione ufficiale lo scorso 11 ottobre, spiegando di averla immaginata come premio per “chiunque compirà l’impresa anche senza perseguire la vittoria”. Il 10 novembre saremo in 73.000 da 150 paesi a correre per quella medaglia.
Il mio pensiero sarà lì a porgerti un rametto di ulivo. Il mio buon auspicio.🕊️
Contro quali uomini ci hai portato a combattere, non combattono per denaro, ma per virtù. I Greci contro i Persiani hanno dato il meglio di loro. Che belle storie che racconti sempre, Sara. Poi la medaglietta con il ramo di ulivo la pubblichi qui, quando torni? 😍