Mi dispiace, Davide, il menisco è una rogna grossa, ci sono passata anche io. Ma sono d'accordo, è tutto tempo guadagnato, non perso: per recuperare, per fare altro, per riflettere su quello che è successo e come lo affrontiamo, anche.
Mi sento molto vicino a quello scrivi. Mi piace giocare a basket, tanto, tantissimo, tantissimissimo. Vado quasi ogni sera al campetto sotto casa dopo una giornata di lavoro e il rumore del pallone che entra nella retina ha per il mio animo miracolose proprietà taumaturgiche e lenitive. A dicembre però mi sono fatto male: menisco. Ti risparmio tutta la trafila che connette tra loro medici medicine farmacie e simili. Fatto sta che è da un po' che non riesco più a giocare (mettici anche che non sono mai stato un tipo abbastanza paziente) e la cosa mi frustra abbastanza. A volte la sera passo per il campo solo per calpestarlo con le suole delle scarpe e percepirlo in qualche modo nel corpo, ma non poter correre, fare quello che facevo prima è faticoso soprattutto a livello mentale, come dicevi tu.
Eppure credo che questo tempo non debba essere considerato tempo perso, anzi. C'è chi crede che durante gli infortuni il corpo continui comunque a lavorare, memorizzando muscolarmente quanto fatto precedentemente. E io voglio vederla così. Per questo voglio dirti in bocca al lupo. Vedrai che tornerai più forte di prima.
Tra stop e ripresa, il mio orologio (Coros) manda segnali di disperazione - palesemente deallenato - che sono sì utili a comprendere dove porre in maniera indicativa certi paletti (ascoltare il proprio corpo resta un metodo tanto bistrattato quanto efficace), ma suggerirebbero quantomeno una revisione dei microtesti e delle microinterazioni con gli utenti.
Sulle corse di ripresa post stop sottoscrivo tutto: io parto con le migliori intenzioni, vado piano piano piano ma fatico quasi come durante le ripetute 🥲
Mi dispiace, Davide, il menisco è una rogna grossa, ci sono passata anche io. Ma sono d'accordo, è tutto tempo guadagnato, non perso: per recuperare, per fare altro, per riflettere su quello che è successo e come lo affrontiamo, anche.
Mi sento molto vicino a quello scrivi. Mi piace giocare a basket, tanto, tantissimo, tantissimissimo. Vado quasi ogni sera al campetto sotto casa dopo una giornata di lavoro e il rumore del pallone che entra nella retina ha per il mio animo miracolose proprietà taumaturgiche e lenitive. A dicembre però mi sono fatto male: menisco. Ti risparmio tutta la trafila che connette tra loro medici medicine farmacie e simili. Fatto sta che è da un po' che non riesco più a giocare (mettici anche che non sono mai stato un tipo abbastanza paziente) e la cosa mi frustra abbastanza. A volte la sera passo per il campo solo per calpestarlo con le suole delle scarpe e percepirlo in qualche modo nel corpo, ma non poter correre, fare quello che facevo prima è faticoso soprattutto a livello mentale, come dicevi tu.
Eppure credo che questo tempo non debba essere considerato tempo perso, anzi. C'è chi crede che durante gli infortuni il corpo continui comunque a lavorare, memorizzando muscolarmente quanto fatto precedentemente. E io voglio vederla così. Per questo voglio dirti in bocca al lupo. Vedrai che tornerai più forte di prima.
La prenotazione del volo per novembre sarà una grande gioia, e tu prenotalo comunque: quel biglietto sarà la nostra più grande motivazione ❤️
Sì! Ho novità, ti scrivo di là
Non trovo cose non vere in questa uscita.
Tra stop e ripresa, il mio orologio (Coros) manda segnali di disperazione - palesemente deallenato - che sono sì utili a comprendere dove porre in maniera indicativa certi paletti (ascoltare il proprio corpo resta un metodo tanto bistrattato quanto efficace), ma suggerirebbero quantomeno una revisione dei microtesti e delle microinterazioni con gli utenti.
Sulle corse di ripresa post stop sottoscrivo tutto: io parto con le migliori intenzioni, vado piano piano piano ma fatico quasi come durante le ripetute 🥲
È vero, ci vorrebbe più cura nella redazione dei microtesti, non ci avevo riflettuto, li avevo solo subiti.
E forza! 💪🏼
😍con te (non di corsa) ma lucida e concentrata sul tuo percorso.
Sapere che ci sei è molto bello ☺️❤️