Neanche per prendere la rincorsa, diceva il buon Andrea Pazienza. In realtà indietro si torna eccome, quante volte. È qualcosa che si impara presto, nella vita e nello sport. Ci sono momenti di stasi, battute d’arresto e anche involuzioni. Ma è la voglia di andare avanti che fa la differenza, e accettare che il percorso non è e non può essere sempre lineare e in avanti. Fa dei ghirigori. Tanto vale provare a sollevarsi un po’ più in alto e godersi il disegno.
Ci sono cose però da cui indietro non si torna per davvero. Per esempio questa settimana ho saldato la prenotazione per Atene. Tutto si è solidificato ancora un po’. Si è fatto ancora più vero. Da oggi mancano due mesi esatti alla mia partenza per la maratona. Si terrà domenica 10 novembre ma io partirò il venerdì 8. Sperando che non ci siano intoppi con il volo, almeno.
Tra la sfiducia nelle compagnie aeree dovuta a molte disavventure e la cara Etna che sbuffacchia sabbia ogni tot imponendo la chiusura dello spazio aereo… mi riterrò molto fortunata se ad Atene riuscirò a metterci piede per davvero quel giorno lì, preferibilmente senza panico da voli incerti o altri intoppi logistici.
L’ansia per la gara imminente invece ci sarà di sicuro. Anche se mi alleno da molti mesi, ho lavorato sodo e sono nel bel mezzo della fase finale più dura, continuo a sentire quasi ogni giorno una vocina nelle profondità di me che ripete che non sono ancora pronta. Ma poi mi dico che quando mai mi sono sentita pronta per qualcosa? Arriva un tempo in cui quella cosa va fatta e basta.
Questa settimana ho scherzato spesso con chi mi ha chiesto notizie del mio allenamento o perché abbia scelto proprio di correre una maratona, dicendo che ormai che l’ho detto pubblicamente alla linea di partenza mi devo presentare per forza.
L’ho già scritto che non mi interessa mirare a un tempo, corro per chiudere la corsa. Ma non posso fare a meno di pensare che se fossi più veloce/più forte/più allenata forse faticherei meno. Saper correre una maratona in 3 ore (fantascienza, per me) sarebbe forse meno massacrante che farla in 5? Non lo so, forse lo scoprirò facendolo. In questi mesi ho imparato che la preparazione per la maratona, prima ancora che insegnarmi a correre una maratona, mi ha insegnato che ci sono tante altre cose da scoprire lungo la strada.
Sulle ore che probabilmente ci metterò ormai non ho controllo, neanche su questo si torna indietro. Ho l’allenamento che ho e lo sto limando per arrivare al meglio che posso con le potenzialità che ho ora. Che non sono tante, ma che sono le mie, e basteranno. Per questa volta, basteranno.
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Ciao Sara, anche io sto preparando una maratona, quella di Venezia. Sarà la mia 19^ maratona chiuse tutte tra le 4 ore e 50 e le 5 ore e 20 (alcune di più ma non ero preparato o mezzo infortunato ma siccome erano legare a raccolta fondi non potevo esimermi dal presentarmi e finirla)
Quello che fa tanto è la testa... si dice che: "la maratona si corre per 30 km con le gambe, 10 km con la testa, 2 km con il cuore e 195 m con le lacrime agli occhi" e ho trovato questa frase sempre vera quando ero pronto ed allenato.
Quello che ti consiglio durante la gara, essendo la tua prima maratona, è quello di goderti, anche se farai fatica, ogni metro poi quello che arriva arriva, come tempo, ma quello che ti rimane dentro rimarrà per sempre.
Un sorriso :)
Punta a scordarti del tempo, se davvero penserai solo a godertela e riuscirai a dimenticare tutto il resto, il tempo non esisterà e nemmeno i chilometri. Ci sarai solo tu e la tua corsa, come una cosa sola.
Pensa all'Etna, lui non fa pronostici, lui sta lì erutta e mica se lo chiede quando finire e ricominciare....lui fa quello che deve fare e nient'altro.