Riti e routine
(la sequenza delle cose)
Ti scrivo dal mio balcone con vista sull’Etna e penso che domani mattina sarò là sopra a correre. Mentre mi leggi sto correndo la mia prima Etna trail, che è anche la mia prima gara di trail in assoluto. Sono emozionata. Sì.
Ho percorso l’Etna mille volte camminando tra sentieri, grotte, boschi e prati, vigneti e frutteti, sabbioni, crateri, deserto lavico, rocce taglienti e ceneri scivolose. Ci sono nata e ci ho sempre abitato. Lo dico spesso, lo ripeto qui: l’Etna per noi che cresciamo su questo lato della Sicilia è madre e io mi sono sempre sentita figlia del vulcano. Che però, attenzione, è sempre, sempre, sempre fimmina. A muntagna. Idda.
Non so che aspettarmi da questa corsa, ma so che sarò in un luogo caro, tra rocce note, un paesaggio familiare. Correrò con tutto l’amore che ho per lei. Ne ho pieni la testa e il cuore, non penso ad altro. Correrci sarà un altro modo per conoscerla.
Il pettorale devo ritirarlo domani mattina ma ho già eseguito la mia routine con i riti annessi. Scaramanzie vere e proprie non ne ho ancora sviluppate. So che c’è chi si basa sul numero di pettorale che riceve per capire se la corsa sarà fortunata o no. Chi ha una sequenza di gesti esatti da ripetere sempre identici prima di gareggiare (hai presente Nadal? Così). Chi usa solo certi calzini.
C’è però una cosa che faccio sempre, una routine che somiglia a un rituale. Preparo sempre tutto la sera prima organizzando tre mucchietti. Vale per le gare ma anche per tutti gli allenamenti.
Il primo mucchietto è quello che sta più a sinistra, più vicino al letto. Appena mi alzo mi vesto: pantaloncini, reggiseno, top.
Il secondo mucchietto è al centro, corrisponde alla posizione delle scarpe sul pavimento e comprende i calzini, la cintura portagel e quello che devo metterci dentro: i gel o i datteri, le chiavi di casa, due fazzoletti di carta.
Il terzo mucchietto sta a destra. Ci sono l’elastico per i capelli, il cappellino, gli occhiali da sole, le cuffie. Qui stanno anche la crema solare e quella antisfregamento, il burrocacao, l’antistaminico. Questi ultimi ovviamente li uso e li lascio a casa. In caso di gara è qui che stanno anche il pettorale e le spille con cui appuntarlo. Eventualmente (come in questo caso) anche il gilet/zaino idrico.
La sequenza in cui dispongo tutto quello che mi serve segue anche l’ordine in cui li indosso e li uso. L’acqua la prendo alla fine perché tengo la flask dentro il freezer e la riempio solo al momento di uscire. L’orologio è sempre al polso.
Mentre ti scrivo tutto è pronto e ben ordinato in fila, in attesa. Sono in attesa anch’io. Kalò dromo a me.
Il braccialetto della foto me lo ha regalato la mia amica Fra, a cui dico pubblicamente grazie, non solo per il dono. A lei, Anna, Assya e Serena che -lo so in ogni momento- sono con me in questa follia. Dico grazie pure a te che leggi Kalò Dromo e dividi questa strada con me.



Felice che questa per nuova avventura tu fosti in un posto così speciale e intimo per te! Sono sicura che ti abbia regalato emozioni e soddisfazioni! Forza Sara!
Idda ti ha guardata 💕