Da dove si ricomincia quando tutto crolla? Da nessuna parte. Si sta tra le macerie, increduli. Non può essere successo per davvero.
Poi ti scuoti dallo stordimento che ti ottunde per giorni e che forse ti farà compagnia ancora per molto tempo. E ricominci dal sasso più vicino. Ne sposti uno, poi un altro, li impili. Verrà qualcosa di sbilenco, ma è qualcosa da cui ripartire a costruire. Basta il gesto. Basta l’intenzione.
Ho ricominciato a correre dopo due settimane. La corsa, e tutta la mia vita, si è fermata nella notte del 3 novembre. Mi sento vuota, con un buco nel cuore da cui è colata via chi ero prima di quella notte.
No, non mollo. Non posso e non voglio, nonostante il dolore immenso, l’assenza che fa un chiasso assordante, l’eco dentro al cuore. I pezzi rimessi insieme non combaciano più come prima, ma continuo a tentare. Ho fatto una promessa, quella notte.
Il viaggio ricomincia sempre, mi ha scritto qualcuno. Un’altra persona mi ha detto che il duro allenamento di questo ultimo anno mi ha insegnato a resistere e a correre nonostante tutto. Sono cose vere.
Ho spostato il primo sasso delle macerie e l’ho messo dove lo posso vedere, mi dice che ho ricominciato, in qualche modo. Mentre penso a (come) rimettere in sesto tutto il resto, che resterà sbilenco per un bel pezzo e forse per sempre, ho una cosa dritta. Una data. 9 novembre 2025. La maratona di Atene.
Grazie per tutti i messaggi di queste ultime settimane, quelli di incoraggiamento prima, quelli di vicinanza dopo. Me li tengo stretti.
I giapponesi lo chiamano "kintsugi" ovvero: L'arte di ricomporre i frammenti di un oggetto servendosi di foglie d'oro o d'argento. Le "ferite" in queato modo non spariscono, ma diventano "preziose".
Un altro anno da passare insieme, cara Sara. Io ci sarò.