Venerdì mattina una runner che incrocio spesso sul lungomare dove corro anch’io mi ha chiesto al volo “ehi Sara, sei pronta?”. Ho risposto “quasi!” Si riferiva alla maratona, ovviamente. Sono quasi pronta, queste sono le ultime settimane di allenamento prima dello scarico finale. Sono più stanca ma anche più consapevole di cosa posso fare e di quanto in là mi sia spinta, oltre quello che pensavo possibile.
Qualche giorno fa ascoltavo le puntate dedicate alla fatica del podcast Mostri di Gabriele Colombo con
Non ci avevo mai pensato in questi termini. Percepivo la comfort zone come qualcosa di variabile, sì, ma a seconda dell’ambito e del periodo della vita. Ci sono momenti in cui mi sento più avventurosa e pronta a uscirne e ci sono settori della mia vita in cui sono sempre stata più propensa a lasciarla, altri proprio no. All’idea di ampliarla per trasformare quello che provoca disagio in qualcosa di familiare non ci avevo proprio pensato.
Mi sono chiesta come applicarlo alla mia corsa e mi sono resa conto che in effetti è proprio ciò che succede già da sé con il procedere degli allenamenti. Se fino a qualche mese fa la sola idea di superare i 25 km mi sembrava decisamente fuori comfort zone, adesso è raro che faccia una corsa lunga sotto quel chilometraggio.
Abituarsi al lavoro via via più duro, familiarizzare con quello che fino a ieri non era alla mia portata, significa uscire dalla comfort zone oppure portare dentro la comfort zone qualcosa che prima non c’era? Ho allargato i confini del mio recinto?
Intendiamoci, non è che la fatica sia meno. Con i 30-km-e-spicci sto facendo amicizia in termini di km puri ma, se prima li facevo per lo più in fondo lento, ora sono spesso variati o con lunghi inserti a ritmo gara. Il prossimo lungo per esempio sarà tutto a ritmo gara. Diventano più tosti loro, però nel frattempo divento più forte io.
Come la vita 🙏🏼
Allargare i confini della comfort zone è quello su cui sempre mi concentro quando sento di non farcela e mi visualizzo con scalpello e martelletto ad erodere i bordi.
Quello che non mi trova preparata oggi, mi troverà preparata domani e ogni volta che non mi sono sento all'altezza penso che è solo un passaggio necessario per migliorarmi e sentirmi all'altezza.
Non sai quanto mi gratifichi sapere che ho aperto uno spunto. Grazie per aver ascoltato con attenzione.
Ormai mi sento tua compagna di viaggio, ti accompagno con tutto il mio entusiasmo!