Desideravo raccontare questa storia domenica scorsa ma la settimana passata il tempo a disposizione per la newsletter se lo è preso quasi tutto un altro impegno, perciò ho attinto a una puntata già in bozza. Il motivo per cui volevo parlarti di Lambrakis e della sua marcia da Maratona ad Atene proprio domenica scorsa è che è accaduta un 21 aprile. Ma le storie non scadono, perciò eccoci qui. Chi era Lambrakis, e cosa c’entra con la (mia) maratona?
Ho incontrato questo personaggio per la prima volta tramite il film Z di Costa-Gavras. Esiste anche in italiano, si intitola Z - L’orgia del potere, è del 1969 ed è tratto dal romanzo omonimo di Vassilis Vassilikos del 1966.
Film e libro raccontano l’assassinio di Grigoris Lambrakis, deputato di sinistra, attivista e pacifista ucciso il 27 maggio 1963 da estremisti di destra con il beneplacito delle forze dell’ordine e dei vertici militari, cosa che determinò uno scandalo tale da far cadere il governo di Karamanlis - che di Lambrakis era nemico dichiarato (e viceversa).
All’indomani della sua morte, sui muri della Grecia cominciò a comparire la lettera Z. In greco moderno la pronuncia della consonante coincide con quella del verbo ζει, che alla terza persona significa vive. Perciò libro e film si intitolano così.
Il film lo scoprii grazie alla mia insegnante di greco all’università, Anna Zimbone, e al suo impareggiabile collaboratore Matteo Miano. All’epoca organizzavano ogni anno un cineforum per chi seguiva il corso e per chiunque volesse partecipare. La mia formazione cinematografica greca iniziò lì. Ma divago, torniamo a Lambrakis.
Il 21 aprile 1963, una domenica, Lambrakis salì sulla sua auto insieme alla moglie Roula e due amici, tra cui il poeta cipriota Teukros Anthias. Portavano uno striscione nero con la scritta ELLAS e due simboli della pace alle estremità. Erano diretti a Maratona.
La polizia sapeva cosa stavano per fare e le strade erano piene di agenti. Erano state mobilitate tutte le forze dell’ordine, persino la guardia costiera nel caso che i pacifisti decidessero di arrivare via mare. Le organizzazioni extraparlamentari di destra (con nomi come Crociata Anticomunista) erano state sollecitate a dare una mano. Obiettivo: impedire la marcia per la pace.
La cosiddetta Marathonia, che da Maratona avrebbe dovuto raggiungere la collina di Pnice in centro ad Atene, era stata promossa dal Comitato ellenico per la riconciliazione internazionale e la pace (EEDYE) con il sostegno della Bertrand Russell Peace Foundation che lottava per il disarmo nucleare. Si marciava per protestare contro le basi militari straniere in Grecia.
Il governo Karamanlis non vietò ufficialmente la marcia, che contemporaneamente si sarebbe svolta in Germania ovest, in Inghilterra e in altri paesi europei. Ma vietò - guarda un po’ - ogni assembramento in spazi aperti per quel giorno specifico. Ai proprietari di mezzi pubblici fu fatta pressione perché non fornissero il proprio servizio ai pacifisti che si recavano nei punti di raccolta. Chi aveva già sottoscritto un accordo fu costretto ad annullarlo. Posti di blocco furono organizzati a ogni incrocio.
In questo clima Lambrakis salì sulla sua auto e guidò comunque fino a Maratona. Superò i posti di blocco perché era un parlamentare e formalmente nessuno poteva fermarlo. Parcheggiò, scese, srotolò lo striscione e iniziò a camminare. Lungo la via oltre 3000 agenti schierati. E lui, che marciava in mezzo alla strada. Lo raggiunse presto il sedicenne Andreas Mamonas che era riuscito a evitare i blocchi tagliando per la campagna. Tutti i cittadini che passavano nei pressi venivano sottoposti a controllo approfondito e perquisizioni corporali.
Fino al bivio di Rafina tutto filò più o meno liscio, a parte gli insulti che prendeva dai militari che lo rallentavano, lo strattonavano, lo provocavano. I residenti della zona e i giornalisti che erano riusciti ad arrivare per documentare la marcia lo difendevano evitando che venisse trascinato via da poliziotti o neofascisti.
A Pikermi Lambrakis si fermò, raccolse dei fiori selvatici da bordo strada e li depose sul monumento dedicato alle persone uccise dai tedeschi. Un momento dopo la polizia li calpestò. Poche centinaia di metri più avanti tutti coloro che erano riusciti a unirsi alla marcia furono arrestati. Tra di loro c’era anche Mikis Theodorakis, che poi del film Z avrebbe firmato la colonna sonora. Lo conosci di sicuro almeno per un’altra delle sue colonne sonore, quella di Zorba il greco.
Lambrakis era ancora protetto dall’immunità parlamentare e continuò, ma infine arrestarono anche lui. O meglio: lo rapirono costringendolo a salire su una camionetta che vagò per ore tra Nea Makri e Maratona, perché nessuno sapeva bene cosa farne. L’ordine era di fermarlo in qualche modo, non avevano specificato dove portarlo, se trattenerlo, per quanto. Infine lo lasciarono a Nea Ionia.
Appena libero, Lambrakis inviò un telegramma al primo ministro Karamanlis, al presidente del parlamento, ai leader dei partiti e al ministero degli interni. Diceva: “il desiderio del popolo democratico di una marcia per la pace da Maratona ad Atene si è realizzato". Continuava denunciando di essere stato indebitamente arrestato al km 28, trattenuto illegalmente per 3 ore e mezza sotto sorveglianza di 8 poliziotti dopo essere stato perquisito “alla maniera dei gangster” e prima di essere abbandonato per strada. “Protesto con veemenza per la mia detenzione illegale, per il comportamento crudele e brutale degli ufficiali” - di cui faceva nomi e cognomi. “Sfortunatamente, ho scoperto che in Grecia la democrazia non esiste.”
Aveva ragione. Il mese seguente lo assassinarono a Salonicco. Pochi anni dopo sarebbe stata instaurata la dittatura dei colonnelli con il colpo di stato del 1967. Per ironia della sorte, proprio nello stesso giorno della marcia della pace.
La marcia continua a tenersi tutti gli anni il 21 aprile, da Maratona ad Atene. Proprio sullo stesso tragitto della gara che si corre a novembre e che dal 1983 è dedicata a Lambrakis.
A proposito di Atene: pochi giorni fa è uscita l’ultima puntata del mio podcast Filakia. Cartoline da Atene. Racconta il giardino botanico della città. Si ascolta qui.
Grazie per questo racconto, Sara. Non la conoscevo la storia di Grigoris Lambrakis, e conoscere una alla volta le tante storie di antifascismo è il modo migliore per continuare a raccontare che cos'è essere liberi, oggi e domani.
Passano gli anni e cambiano i paesi, ma la storia continua a ripetersi...cmq bellissimo ricordare questo episodio ed aggiungere un nuovo significato a questa maratona ❤️